L’archiviazione del caso di Maurizio Lupi, ex ministro delle Infrastrutture dal 2013 al 2015 (governi Letta e Renzi), vicepresidente alla Camera dal 2008 al 2013 ed esponente di area moderata (dagli esordi in DC ad Alternativa Popolare in Lombardia, passando per Forza Italia, PdL, Nuovo Centrodestra e Noi con l’Italia) è passata inosservata.
A seguito dell’ampio clamore mediatico suscitato nel 2015 dalla Procura di Firenze, quando finì indagato il manager di Stato Ercole Incalza (accusato di associazione a delinquere, ma già archiviato ad ottobre 2016, in merito agli appalti per il Palazzo Italia di Expo 2015), Lupi fu travolto da critiche e accuse, poiché nelle carte dell’inchiesta il suo nome appariva due volte ed in relazione a suo figlio, Luca Lupi, per una telefonata con Incalza (in cui il ministro informava la controparte sul fatto che «deve venirti a trovare mio figlio») e per un orologio Rolex da diecimila euro regalato da un indagato a Lupi junior per la laurea. Nessun reato contestato, né tantomeno un’indagine a carico di Lupi, ma ciò basto ad aizzare la stampa contro il politico, ai tempi una delle varie stampelle moderate per l’esecutivo di Matteo Renzi, che parlarono di come «la telefonata che inguaia Lupi» e di uno «scenario di devastante corruzione sistemica nella gestione dei grandi appalti».
Già due anni fa tuttavia il caso a Firenze viene archiviato, mentre altri tronconi dell’inchiesta nati a Milano, Brescia e Roma moriranno ancor prima di nascere effettivamente (nel capoluogo lombardo la Procura meneghina aveva stabilito che anche lo spezzone arrivato sui suoi tavoli era inadatto a dar luogo a una richiesta di rinvio a giudizio). Tuttavia ai tempi il ministro prese una scelta inusuale (mal interpretata da ampi settori della stampa e accusatori), decidendo di dimettersi.
In questi giorni anche l’ultimo filone d’accusa è stato archiviato, tra il silenzio generale. Maurizio Lupi ha commentato con rammarico la cosa: «Quando l’inchiesta venne alla luce finì su tutte le prime pagine, sembrava che avessero scoperto una nuova Cupola, mi ricordo anche la puntata di Report. Invece quando hanno archiviato tutto ne ha parlato solo il Corriere fiorentino. Ma così va il mondo». Anche Matteo Renzi ricorda come «all’epoca dissi pubblicamente che ero fiero di aver lavorato con Lupi, che gli esprimevo la mia vicinanza e che il tempo gli avrebbe reso giustizia. Oggi scopriamo che l’indagine nella quale Lupi venne intercettato, indagine aperta allora dalla procura di Firenze, finisce con l’archiviazione. Non troverete questa notizia in evidenza nei gazzettini del giustizialismo italiano, nei talk show, sui social, no. Tutti fingono di aver dimenticato l’onda di piena dell’odio sui social, le sentenze su Twitter, le aggressioni verbali. Tutti oggi fischiettano facendo finta di nulla davanti all’ennesimo scandalo che scandalo non era».