La Corte d’Appello ha diramato l’ultima accusa nei confronti del cav. Massimo Ponzellini, banchiere bolognese e presidente della Banca Popolare di Milano dal 2009. L’ex presidente dell’istituto milanese era stato arrestato nel maggio 2012, con l’accusa, da parte della Procura, di aver creato all’interno di Bpm una struttura parallela disposta a erogare finanziamenti a rischio a clienti adeguatamente sponsorizzati dai referenti politici del presidente, tramite il suo uomo di fiducia, Antonio Cannalire. Ad essere contestato nella fattispecie un presunto episodio di corruzione tra privati per la sottoscrizione di 15 milioni di euro del fondo Goethe del finanziere Camillo Colella.
A dicembre 2017 in primo grado Ponzellini era stato condannato a un anno e sei mesi di carcere (Colella a nove mesi). Tuttavia ieri il caso è andato in prescrizione, con la Corte presieduta dal giudice Guido Piffer che assolve l’imputato dall’accusa in primo grado di associazione a delinquere. Sono inoltre assolti pienamente i restanti undici imputati.
Bpm (successivamente fusa e incorporata nel 2018 con Banco Popolare nel nuovo Banco BPM) ha ritirato la costituzione di parte civile contro l’ex presidente dopo avere incassato un robusto risarcimento da parte di Francesco Corallo, tra i beneficiari di finanziamenti all’epoca della gestione Ponzellini.