Il 27 settembre è stata depositata in cancelleria la sentenza n.987/23 del Tribunale Penale di Ragusa, nella quale si esplicitano le motivazioni che hanno portato all’assoluzione di tutti gli imputati del processo Exit Pool. Procedimento nel quale veniva imputato l’allora Sindaco di Vittoria (Comune della provincia di Ragusa), Giuseppe Nicosia, con l’accusa di scambio elettorale politico mafioso.
All’epoca dei fatti, l’accusa ipotizzava un certo favoreggiamento tra mafia e politica nell’ambito delle Elezioni Amministrative del 2016. Il processo, denominato dalla DDA Exit Pool, coinvolgeva anche due ex assessori della giunta di Nicosia: suo fratello, Fabio Nicosia, ed il Sindaco eletto dopo di lui, assieme ad altri due soggetti con precedenti penali e con i quali non aveva mai avuto alcun rapporto. Dopo sei lunghi anni da quelle accuse infamanti, la Procura di Catania ha finalmente assolto l’ex primo cittadino Nicosia, perché “il fatto non sussiste”.
»Nel 2017, un anno dopo che la mia carica era cessata, sono stato arrestato per voto di scambio politico-mafioso per le elezioni del 2016 alle quali non ero nemmeno candidato», dichiara Nicosia a ilGiornale.it. Nella notte del 21 settembre 2017, l’ex amministratore veniva infatti arrestato dagli agenti del Gico, che, armati, avevano circondato la sua abitazione estiva, nella quale si trovava anche il figlio di cinque anni. L’ex Sindaco del PD finisce in seguito agli arresti domiciliari, e le immagini che lo ritraggono in manette vengono diffuse su tutte le principali testate nazionali e locali, nonché trasmesse durante la conferenza stampa svolta presso la Procura Distrettuale di Catania. «Del mio caso, all’epoca, ne hanno parlato a lungo a livello nazionale anche perché, nella vita privata, io sono avvocato delle vittime della mafia», commenta Nicosia, da sempre impegnato nella lotta alla criminalità e alla malagiustizia.
«Il Pd mi ha scaricato totalmente subito dopo l’arresto. Evidentemente per qualcuno, nel Pd siciliano, era utile e necessario che io uscissi dalla vita politica», afferma poi l’ex Sindaco in riferimento al trattamento ricevuto dal suo partito dopo l’arresto. E ancora: «Ci fu un’interrogazione parlamentare del Pd, una sorta di fuoco amico nei confronti della mia amministrazione».
«La sentenza – spiega Nicosia – fa giustizia dei molteplici errori commessi dagli organi inquirenti ritenendo inesistenti le prove accusatorie, ritenendo contraddittori e smentiti i collaboranti, ritenendo insussistenti tutte le imputazioni». Nelle 50 pagine della sentenza ve ne sono, infatti, due centrali (pag. 22 e 23) che ricoprono un ruolo tanto fondamentale quanto eccezionale: in primis viene esplicitata l’assoluzione di tutti gli imputati dagli ingiusti addebiti, ed infine si trova anche una sorta di encomio rivolto al Nicosia. »È opportuno – si legge nella sentenza – evidenziare la consistente attività svolta dal Nicosia Giuseppe, sia in qualità di Sindaco sia in qualità di avvocato, di contrasto alla criminalità. (…) Non si può quindi escludere che il Nicosia Giuseppe, in dieci anni di sindacatura, avesse suscitato malumori in diversi soggetti».
Sui suoi profili social, Giuseppe Nicosia scrive: «Ho atteso in rigoroso silenzio e rispetto che la magistratura giudicante (…) si esprimesse e spazzasse via con la forza del diritto l’infame accusa avanzata da quella parte di magistratura inquirente che si è affidata a falsi mezzi pentiti (…) e a congetture prive del seppur minimo elemento indiziario. Ora che sono state depositate anche le motivazioni della più piena assoluzione, posso ribadire che l’avvio del processo è stato originato da un gravissimo errore giudiziario». Infine, l’ex amministratore aggiunge «Dopo 6 anni di processo, della pomposa operazione della Dda di Catania con enfasi denominata Exit Poll, della conferenza stampa quasi diffamatoria del settembre 2021 (…), non resta null’altro che l’enorme spreco di risorse pubbliche».