L’ex caporedattore dell’Ufficio stampa per la Regione Sicilia, Gregorio Arena, è stato accusato ingiustamente. È lo stesso Tribunale di Catania a riabilitare il giornalista dalle affermazioni rivoltali da Rosario Crocetta, presidente della Regione Sicilia dal 2012 al 2017 ed ex europarlamentare.
Nel 2012 in Rai, durante la trasmissione “L’Arena”, Crocetta aveva accusato di assenteismo il caporedattore (per un gioco del destino Arena di cognome). Davanti ai conduttori Massimo Giletti e Klaus Davi, nella puntata del 18 novembre, l’allora presidente aveva detto che mentre faceva l’europarlamentare «ogni mese andavo a controllare gli uffici di Bruxelles della Regione Sicilia e di questo giornalista, di cui intendevo avvalermi qualche volta, non c’è mai stata traccia. Qualche volta telefonavo, per cui questo gli veniva pagato il doppio salario… per non andare un solo giorno a Bruxelles», aggiungendo come «il contratto sindacale di uno che non va mai a Bruxelles e riceve dodicimila euro di stipendio? Sarebbe ai limiti della truffa. Ringrazi il Signore che non vado in Procura». Il 12 gennaio 2013 pertanto il giornalista ha presentato querela ai Carabinieri della stazione piazza Verga di Catania contro il leader de “Il Megafono – Lista Crocetta”.
I giudici si sono espressi venerdì 27 settembre 2019 a seguito delle discussioni dei Pm e dei difensori delle parti, condannando l’ex presidente siculo per diffamazione aggravata, rendendo noto il giorno dopo il dispositivo della sentenza durante la conferenza stampa nello studio dell’avvocato Giuseppe Lipera. Il verdetto prevede una multa di 800 euro e un risarcimento dei danni che saranno liquidati in sede civile, versando da subito ventimila euro di acconto.
Per Arena il processo «ha dimostrato che non c’è stato alcun assenteismo, alcun favoritismo, ma solo accuse che hanno segnato la mia vita e quella mia famiglia».