Il tribunale di Potenza ha assolto Rocco Loreto, ex sindaco di Castellaneta ed ex senatore dei Ds, dall’accusa di calunnia ai danni dell’ex pubblico ministero Matteo Di Giorgio, attualmente sospeso dal servizio, e di violenza privata nei riguardi dell’imprenditore Francesco Maiorino. La vicenda è costata all’esponente politico 15 giorni di custodia cautelare: quattro in carcere e 11 agli arresti domiciliari. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere fu notificata il 4 giugno 2001. Quattro giorni prima l’imputato aveva terminato il suo mandato parlamentare.
La vicenda processuale si è prolungata per 16 anni circa e Loreto ha rinunciato alla prescrizione. Nel 2000 l’imputato aveva presentato un esposto al ministro della Giustizia e in seguito al Csm e alla Procura generale presso la Corte di cassazione contro il pm Di Giorgio, all’epoca dei fatti in servizio alla Procura di Taranto. Gli atti furono inviati dal ministero per ragioni di competenza funzionale alla Procura di Potenza. L’autorità giudiziaria potentina, non reputando inizialmente credibile quanto rappresentato da Loreto, lo aveva incriminato per calunnia e violenza privata, chiedendo e ottenendo l’applicazione della custodia cautelare: misura restrittiva annullata dal tribunale del riesame di Potenza per carenza di gravità indiziaria.
Nelle more del procedimento, per altri fatti relativi a vicende riguardanti la vita politico-amministrativa del Comune di Castellaneta, anche in riferimento a un periodo in cui era sindaco il senatore Loreto, il pm Di Giorgio è stato condannato dal tribunale di Potenza per ipotesi di reato contro la pubblica amministrazione a 15 anni di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici: sentenza confermata dalla Corte d’appello di Potenza con pena ridotta a 12 anni e sei mesi. E’ attesa la decisione definitiva della Corte di cassazione.
Intervistato dal Corriere della Sera, Rocco Loreto ha raccontato le sofferenze patite in questi 16 anni: “Sono stato sbattuto in cella con un ergastolano e due condannati per omicidio e spaccio di droga. Ho trascorso quattro giorni e quattro notti facendo lo sciopero della fame e della sete. Poi, 11 giorni ai domiciliari”.
Sul pm che lo fece arrestare, Henry John Woodcock, ha poi detto: “Lo ricordo durante l’interrogatorio di garanzia, l’unico, che mi ha fatto in carcere e poi durante la sua requisitoria a conclusione di ben 20 udienze preliminari. Nei miei confronti lo sentivo accanito, quasi violento, era arciconvinto della mia colpevolezza”. Scuse, dopo? “Mai, nemmeno una parola”.