Secondo il tribunale di Velletri, l’inchiesta pubblicata dal settimanale “L’Espresso” che riportava gli atti di indagine relativi all’inchiesta nei confronti della scienziata Ilaria Capua, raffigurandola come una pericolosa trafficante di virus, non può essere considerata diffamazione.
Le vicende giudiziarie che avevano coinvolto Ilaria Capua, virologa e allora deputata di Scelta Civica, si erano concluse con una sentenza di non luogo a procedere, pronunciata dal Gup di Verona, Laura Donati, al termine delle indagini preliminari avviate prima dai Nas e dalla Procura di Roma e trasferite poi a Venezia.
Gli addebiti formulati dai pubblici ministeri della procura capitolina nei confronti della scienziata erano diversi: ricettazione, somministrazione di medicinali in modo pericoloso per la salute pubblica, corruzione, zoonosi ed epidemia, acquisizione illecita di virus, produzione clandestina di medicinali. Dopo le accuse, Capua aveva deciso di lasciare il suo posto in parlamento, trasferendosi in America con il marito.
Subito dopo l’avvio delle indagini, il settimanale “L’Espresso” aveva pubblicato un’inchiesta riportata in copertina, dal titolo “Trafficanti di Virus”. Tramite la pubblicazione di stralci di atti di indagine segreti, Capua veniva rappresentata come un’avida scienziata che aveva messo in pericolo la popolazione mondiale con l’unico fine di accumulare ricchezze.
Presso il tribunale di Velletri si era aperto un procedimento contro la direzione del settimanale, ma i pm avevano richiesto al Gip l’archiviazione. Il giudice, nonostante l’opposizione presentata dalla ricercatrice, ha accolto la richiesta dei magistrati, scrivendo che «il testo dell’articolo è una fedele ricostruzione delle risultanze investigative acquisite dalla procura della Repubblica di Roma», e che «non è una semplice invettiva personale ai danni di Capua, dato il concreto interesse della collettività a conoscere tale vicenda ad alto impatto sociale».
La notizia ha destato lo stupore di Piero Sansonetti, direttore del “Dubbio”, che sul quotidiano ha criticato l’operato del tribunale e dei colleghi giornalisti. Scrive infatti Sansonetti: «Il Gip di Velletri sostiene che le offese alla Capua lanciate dall’Espresso sono solo la conseguenza di un atto di cronaca. E l’atto di cronaca sarebbe la copiatura di atti di indagine (segreti) compiuti (seppure a vanvera) dalla Procura di Roma (nel 2014)».
Per Sansonetti la vicenda è kafkiana: «Dunque in Italia può succedere questo: tu sei una scienziata di grande valore internazionale, e fai tranquillamente il tuo lavoro. Un giorno compri l’Espresso e trovi una copertina in cui si sostiene che invece tu sei una delle peggiori criminali in circolazione sul territorio italiano e anche su quello americano. La magistratura accerta che le accuse sono del tutto infondate. Tu hai perso reputazione, nervi, salute e persino un seggio al Parlamento, ma non hai diritto a nessun risarcimento. Perché non hai diritto a nessun risarcimento?».