La Corte d’Appello dell’Aquila ha assolto l’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso nel processo bis alla Commissione Grandi Rischi. I giudici di secondo grado hanno confermato la formula dubitativa della sentenza di primo grado. Bertolaso, ex commissario per l’emergenza terremoto, era accusato di omicidio colposo plurimo e lesioni in quanto, per l’accusa, sarebbe stato responsabile della comunicazione di false rassicurazioni sul rischio sismico che la Commissione avrebbe fornito il 31 marzo 2009.
«Le sentenze vanno rispettate – ha commentato Filippo Dinacci, legale di fiducia di Bertolaso – Si tratta di un atto di giustizia, il pensiero va prima di tutto a chi purtroppo a causa del terremoto non c’è piu». «Mi auguro – ha aggiunto l’avvocato – che questa sentenza possa definitivamente portare ad una pacificazione sociale», rivolgendosi a quella parte di cittadini che a suo parare hanno sempre voluto vedere in Bertolaso come il capro espiatorio della tragedia che ha mietuto 309 vittime. Alla fine a prevalere è stata la tesi del professore Dinacci che ha così commentato la vicenda: «Qui si stanno sostituendo le prove con convincimenti logici. L’emozione non deve prevalere sulla ragione».
«Dopo l’assoluzione al processo sul G8 – ha dichiarato il deputato dem Michele Anzaldi – Guido Bertolaso è stato assolto in appello anche al processo sul terremoto dell’Aquila, con la conferma della sentenza di primo grado. Sono passati otto anni da quando Bertolaso decise di dimettersi da capo della Protezione civile, gravato dal peso di inchieste che si sono rivelate inconsistenti per le accuse nei suoi confronti. Il Paese – ha continuato Anzaldi – nel frattempo ha perso un grande servitore dello Stato, colui che, dopo aver gestito con impeccabile professionalità un evento mondiale come il Giubileo del 2000 e la Giornata Mondiale della Gioventù con oltre 2 milioni di ragazzi a Tor Vergata insieme a Papa Woityla, ha permesso la nascita in Italia di un modello di Protezione civile all’avanguardia a livello internazionale. Ora chi paga? – ha concluso il deputato del Pd – Chi ripaga i cittadini della perdita che hanno subito? E chi ripaga Bertolaso?».
Un epilogo che ha comunque causato polemiche e scontri anche fuori dai confini nazionali. Al processo di appello del filone bis si è arrivati non per il ricorso della Procura della Repubblica, che non ha agito perché il caso era prescritto. A presentare appello sono state le parti civili, rappresentate dai familiari di alcune vittime, tra cui Maurizio Cora, Vincenzo Vittorini e Antonietta Centofanti. Bocce cucite all’esito di una sentenza dalle parti civili. «Non siamo soddisfatti, rimane comunque una grossa ombra vista la formula dubitativa dell’assoluzione», hanno commentato alcuni.