La Corte di Cassazione ha invalidato l’accusa nell’inchiesta riguardante la presunta trattativa tra Stato e Mafia, confermando l’assoluzione per gli ex membri del Ros e per l’ex parlamentare Marcello Dell’Utri. Durante la discussione in aula, i giudici hanno annullato la sentenza di appello senza mandare il caso a nuovo giudizio, utilizzando una formulazione più ampia per escludere la colpevolezza del generale dell’Arma Mario Mori, e degli ufficiali dei carabinieri Antonio Subranni e Giuseppe De Donno.
I giudici della Cassazione sono stati chiamati a decidere sul ricorso presentato dalla Procura di Palermo dopo la sentenza del 23 settembre 2021, che aveva ribaltato la condanna di primo grado assolvendo la maggior parte degli imputati. Inizialmente, Mori e Subranni erano stati condannati a 12 anni, mentre De Donno a 8 anni. Nelle motivazioni della sentenza di secondo grado, i giudici siciliani hanno sostenuto che i carabinieri avevano agito per arginare l’escalation di violenza della mafia, evitando nuove stragi e attentati. Secondo i giurati, l’obiettivo principale non era salvare la vita di politici come l’ex ministro Mannino, ma preservare l’ordine pubblico, la sicurezza e le vite umane.
Durante la lettura del dispositivo in aula, il generale Mario Mori era presente e ha commentato: «Sono parzialmente soddisfatto considerando che per 20 anni mi hanno tenuto sotto processo. Ero convinto di non avere fatto nulla, il mio mestiere lo conosco, so che se avessi sbagliato me ne sarei accorto».