Fabio Perini assolto dall’accusa di evasione fiscale

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È stato assolto perché il fatto non sussiste Fabio Perini, inventore e imprenditore che ha fondato Faper Group. La holding controlla aziende che hanno innovato i settori di appartenenza, come Perini Navi e Futura. Perini era stato accusato insieme al suo collaboratore Francesco Sarti di evasione fiscale ed “estero-vestizione”.

L’imprenditore era stato condannato in primo grado dal Tribunale di Lucca ed adesso è stato assolto con formula piena dalla Corte d’Appello di Firenze, perché appunto il fatto non sussiste. Insieme a Perini sono stati assolti anche gli amministratori delle società lussemburghesi accusati degli stessi reati: Alexis De Bernardi, Angelo Mario De Bernardi, Marie Fiore Ries-Bonami, Jean Marc Heitz, Regis Donati, Vincenzo Arnò e Robert Arnold Reggiori

Con la sentenza la Corte d’Appello ha anche ordinato che si proceda all’immediato dissequestro delle azioni Perini Navi, oggetto di provvedimento di confisca pari a 22 milioni di euro. Inoltre la Corte ha anche assolto gli imputati dai reati prescritti.

Il procedimento verteva su una presunta evasione fiscale che, secondo la Finanza e il sosituto procuratore Piero Capizzotto, si aggirava attorno ai 25 milioni di euro in un periodo che va dal 2007 al 2010. La pubblica accusa riteneva che parte dell’Ires non fosse stata versata.

L’inchiesta mosse i primi passi nell’ambito di una verifica delle fiamme gialle svoltasi nella sede della Perini Navi, a Viareggio, alla fine del 2010. La verifica non aveva evidenziato irregolarità, ma il Fisco fu comunque insospettito per la ramificazione delle società ricollegate a Perini, decidendo così di aprire un’indagine.

Nel disegno dell’accusa dunque la Perini Navi sarebbe responsabile della creazione di una rete di società fittizzie con sede in Lussemburgo – società come la Mistra Financière Sa e la Navy Financière Sa – allo scopo di pagare meno tasse. Nel mirino degli inquirenti era finita un’operazione totalmente regolare che però aveva portato a una grande rivalutazione del marchio Perini. Il denaro derivante da questa rivalutazione sarebbe poi stato versato nei conti delle società lussemburghesi che secondo i magistrati avrebbero dovuto avere la loro sede effettiva in Italia e quindi pagare qui le tasse. Questo impianto accusatorio aveva convinto i giudici di prima istanza, ma è stato totalmente rigettato dalla Corte d’Appello.

Fabio Boschi, presidente di Faper Group, ha dichiarato di aver sempre avuto fiducia nella giustizia. «Oggi è stato finalmente restituito l’onore ad un galantuomo – ha detto Boschi – e ad un gruppo che ha sempre operato nel rispetto della legge».

L’assoluzione pronunciata dalla Corte riguarda anche il merito, in quanto non sussistono tutti i fatti evidenziati dall’accusa. In attesa del deposito della motivazione, sembrerebbe dunque che la Corte abbia deciso di rigettare totalmente l’impianto accusatorio, accogliendo invece le tesi della difesa.

Anche i legali di Perini, Marco Miccinesi, Enrico Marzaduri e Sandro Guerra, hanno espresso soddisfazione per la decisione, soddisfazione confermata dal difensore di Sarti, Carlo Di Bugno, e dall’avvocato Giuseppe Bana, che patrocinava invece gli interessi degli amministratori delle società lussemburghesi.