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Se lo è chiesto, con una lunga e approfondita inchiesta, il quotidiano online Il Post, dopo l’ultima incredibile novità della vicenda: il capitano dei carabinieri Giampaolo Scafarto è formalmente accusato di aver manipolato il contenuto di un’intercettazione in modo da far ricadere alcuni sospetti su Tiziano Renzi, padre dell’ex presidente del Consiglio.

Scafarto è uno dei principali investigatori che hanno condotto le indagini sullo scandalo Consip, una complessa vicenda che riguarda un possibile caso di corruzione e di pressioni indebite che coinvolge la società che si occupa dell’assegnazione di molti appalti pubblici.

Secondo i magistrati Tiziano Renzi e un suo amico, Carlo Russo, hanno fatto pressioni sull’amministratore di Consip, Luigi Marroni, per favorire amici imprenditori nell’assegnazione di appalti. Uno degli imprenditori che avrebbero favorito è il napoletano Alfredo Romeo, che secondo i magistrati avrebbe promesso loro del denaro in cambio dell’aiuto.

Al momento non esistono prove di versamenti di denaro da parte di Romeo a Tiziano Renzi o a Carlo Russo. Non ci sono nemmeno prove di incontri tra Romeo e Tiziano Renzi, che ha negato di aver mai conosciuto l’imprenditore napoletano. In un altro filone della stessa inchiesta, il ministro dello Sport Luca Lotti e alcuni alti ufficiali dei carabinieri sono accusati di aver detto a Marroni che il suo ufficio era sorvegliato dalla magistratura e sono quindi accusati di rivelazione di segreti e favoreggiamento.

Sin dall’inizio l’indagine che riguarda Tiziano Renzi era stata raccontata da molti giornalisti come piuttosto traballante e ora sembra ancora più in bilico.

I magistrati di Roma hanno indagato per falso Scafarto, con il sospetto che abbia manipolato anche un altro rapporto, in cui accusava i servizi segreti di aver interferito nelle sue indagini pur sapendo che si trattava di accuse false.