Pell, prosciolto dopo 13 mesi di detenzione: «Rimedio a grave ingiustizia»

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Sempre dichiaratosi innocente, il cardinale George Pell era recluso dal dicembre 2018 e dalla scorsa estate si trovava nel carcere di massima sicurezza di Barwon: oggi, però, è stato prosciolto da tutte le accuse.

La decisione, presa dall’Alta Corte australiana, il più alto tribunale della nazione, è arrivata nella notte italiana. Poco dopo mezzogiorno l’Alto Porporato ha lasciato la casa circondariale ed è stato accolto in un monastero a Melbourne. 

78 anni, già capo della Segreteria per l’Economia del Vaticano, Pell era stato condannato a 6 anni di reclusione per stupro e aggressione sessuale su due minori nel dicembre 2018, decisione confermata in appello nel marzo dell’anno scorso. L’accusa proveniva da due uomini oggi trentenni, appartenenti al coro della cattedrale di St. Patrick, a Melbourne, che avrebbero riferito degli abusi perpetrati ai loro danni negli anni ’90, quando avevano solo 13 anni. La Polizia dello stato di Victoria aveva raccolto la notizia di reato ed il cardinale era stato processato da una giuria popolare e riconosciuto colpevole. Nel procedimento in fase d’appello, poi, presso la Corte suprema dello Stato di Victoria, i giudici non avevano raggiunto una posizione univoca: due di questi infatti si trovavano concordi sulla sentenza di condanna, quindi confermata, mentre il terzo sposava le tesi della difesa.

Ma secondo i sette magistrati della Corte Suprema il tribunale di secondo grado ha «omesso la questione della ragionevole possibilità che il crimine non si fosse verificato». È questo l’epilogo di una terribile vicenda, che ha visto infine Pell prosciolto da cinque capi d’accusa. Il cardinale ha spiegato come la decisione odierna ponga rimedio a una «grave ingiustizia», auspicando che possa «non aggiungere ulteriore dolore e amarezza a quella già provata dalle vittime di abusi sessuali». Non è escluso, tuttavia, che gli accusatori procedano per risarcimento in sede civile.

Soddisfazione da parte della Santa Sede che, dopo averlo allontanato con discrezione lo scorso anno senza avviare indagini interne, sottolinea oggi come Pell abbia sempre ribadito la sua innocenza e confidato nella giustizia e nella verità. Anche Papa Francesco è intervenuto in maniera velata sulla questione, pronunciandosi questa mattina – durante l’omelia a Santa Marta – a favore di tutti coloro che soffrono per sentenze ingiuste. 

Il porporato, fino a stamattina il più alto funzionario cattolico ad aver mai ricevuto una condanna di tale tipologia, ha alle spalle una eccellente carriera: nominato arcivescovo di Sydney nel 2001, è entrato nel Collegio dei cardinali nel 2003, sedendo nei conclavi che hanno eletto Benedetto XVI e Francesco. È stato proprio il pontefice argentino a sceglierlo nella squadra del consiglio dei cardinali, per aiutarlo a riformare la Curia, e, nel 2014, come Segretario dell’Economia.