Caso Fonsai, Ligresti assolto anche in appello

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«Giustizia è stata fatta», esulta Paolo Ligresti, figlio dell’ingegnere di Paternò, Salvatore. Ligresti era imputato per falso in bilancio e aggiotaggio nel solco della più ampia inchiesta sui presunti illeciti nella gestione del gruppo assicurativo Fonsai. Adesso, infatti, la Corte d’Appello ha confermato in appello la sua assoluzione.

La seconda sezione penale di Milano, presieduta da Guido Piffer, ha dunque ribadito l’assoluzione, come richiesto dal sostituto procuratore di Milano Celestina Gravina. Il pm aveva infatti chiesto la conferma del proscioglimento giunto a dicembre 2015 a firma del gup Andrea Ghinetti. Secondo il giudice, infatti, Ligresti, non avrebbe avuto alcun ruolo nell’occultamento delle perdite del gruppo assicurativo. Stessa pronuncia era giunta anche per il padre, poi deceduto nel maggio scorso, e per le sorelle. Tutto era iniziato con l’emissione, nel 2013, di un’ordinanza di custodia cautelare, mai eseguita in quanto Ligresti è cittadino svizzero.

La Procura generale aveva dunque presentato ricorso in appello, per mano dell’allora sostituto Carmen Manfredda, poi andata in pensione, chiedendo di sentire nuovi testimoni per modificare l’esito del procedimento. La Corte ha tuttavia respinto la richiesta di riaprire il dibattimento, e così il sostituto Gravina ha chiesto la conferma dell’assoluzione non solo per Ligresti, che componeva il cda di Fonsai, ma anche per l’ex attuario della società, Fulvio Gismondi, e per l’ex dirigente Pier Giorgio Bedogni. La Corte ha anche disposto la condanna delle parti civili, alcune migliaia di risparmiatori e la Consob, alla rifusione delle spese legali.

Secondo gli inquirenti, nel bilancio ci sarebbe stata la distribuzione di 253 milioni di euro di dividendi, ritenuti però illeciti, fra i Ligresti. Adesso il pg Gravina sostiene invece che il buco nel bilancio del 2010 è una condotta «imprudente che ridonda sui soci e sugli azionisti di riferimento», ma «non costituisce reato».

Positivo il commento di Paolo Ligresti, che dopo la lettura del verdetto ha dichiarato di essere «molto soddisfatto» e ha ringraziato «tutti, i giudici e gli avvocati». Quindi ha abbracciato il suo legale, Davide Sangiorgio, e ha stretto la mano a Gravina.