Cpl Concordia, parla Ferrandino: “Sono finito nel tritacarne mediatico trattato come un criminale”

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L’ex sindaco di Ischia, Giosi Ferrandino, ha rilasciato un’intervista al quotidiano Il Foglio dopo l’assoluzione nel caso Cpl Concordia. Ne riportiamo alcuni stralci.

 

Alla fine ha avuto ragione.

“Alla fine – dice Ferrandino al Foglio – ma all’inizio sulla base di quelle accuse sono stato arrestato, per 22 giorni in carcere a Poggioreale e poi ai domiciliari per tre mesi”.

Dopo l’arresto diede le dimissioni?

“Sì, ma poi sono tornato a fare il sindaco fino alla fine del mandato. Mi ero dimesso su consiglio dei legali, ma quando mi sono reso conto del livello delle accuse ho ritirato le dimissioni. Dovevo difendere la mia comunità, la mia famiglia e la mia dignità”.

L’inchiesta Cpl Concordia è quella da cui uscirono fuori le intercettazioni tra Matteo Renzi e il generale Adinolfi, cosa c’entravano?

“Non lo so. All’inizio non riuscivo a difendermi, ero finito nel tritacarne mediatico trattato come un criminale. Quando sono uscite quelle intercettazioni ho capito che ero finito in una cosa più grande di me”.

I protagonisti dell’inchiesta Cpl Concordia, dai pm alla polizia giudiziaria, sono gli stessi del caso Consip e anche il modo di procedere per alcuni versi sembra simile. C’è un metodo?

“A me pare un metodo identico e le parole della procuratrice di Modena al Csm su questa vicenda sono definitive. Quando venne fuori la storia Consip, avendo visto che le persone erano le stesse e quello che ha scoperto la procura di Roma, mi sono fatto le stesse domande”.

E che risposte si è dato?

“Che volevano arrivare a Renzi, ci hanno provato già nel mio caso, ma visto che tutto si è fermato in altre procure hanno continuato con il caso Consip. E’ l’unica spiegazione a quello che mi è accaduto, accuse completamente inventate e 15 giorni di prime pagine e talk-show a livello nazionale che un sindaco di provincia, anche se di un luogo bellissimo come Ischia, di certo non merita”.