Arrestato e condannato in primo grado, ma si è trattato di un clamoroso e incredibile scambio di persona, dettato dal fatto che il vero colpevole e l’innocente in galera hanno la stessa età e lo stesso nome e cognome. Anche se sono di due nazionalità diverse. La vicenda, raccontata da Luigi Ferrarella sul Corriere della Sera, è davvero paradossale. Anche perché nei guai non è finito uno qualunque ma il genero di un ex primo ministro serbo.
La vicenda risale al 25 novembre 2012, quando l’uomo viene fermato dalle forze dell’ordine alla frontiera con la Slovenia: su di lui pendeva un mandato di arresto europeo per traffico internazionale di droga. La colpevolezza del vero narcos si basava sull’intercettazione di due numeri di cellulare. A differenza dell’uomo fermato, però, quello ricercato è croato.
E questo è forse il passaggio più assurdo: come è possibile arrestare un serbo mentre si cerca un croato? I documenti dell’arrestato sono ovviamente della Repubblica Serba. Non si sa come, ma né le forze dell’ordine slovene (che lo hanno fermato) né quelle italiane (dopo l’estradizione a Gorizia) si sono preoccupate della differenza.